galleria tiziana di caro
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comunicato stampa


La Galleria Tiziana Di Caro ha il piacere di inaugurare Art in between. Viaggio nell'immaginazione fluttuante, una mostra collettiva a cura di Giacomo Zaza, con opere di Olga Chernysheva, Sofia Hultén, Alexey Kallima, Susanne Kutter e Wolfgang Plöger, sabato 28 maggio 2011 dalle ore 19.00 alle ore 24.00.

Le opere in mostra sono eterogenee in termini di media espressivi: fotografia, installazione, video, disegno sono alcune delle tecniche scelte, con l'obiettivo di presentare l'esperienza di chi si trova nel mezzo. Gli artisti selezionati dimostrano una precisa consapevolezza del mondo in cui vivono, ma lo analizzano da attenti osservatori, più che da interpreti coinvolti. Le opere selezionate commentano vari ambiti del contemporaneo, alle volte in modo sarcastico, altre con sottili metafore, giungendo a risultati mai polemici, ma spesso conturbanti.

La società contemporanea russa è al centro dei lavori di Olga Chernysheva (Mosca, 1962), che presenta una serie di recenti fotografie e un video del 2003, Russian Museum, in cui la lettura di importanti quadri presenti nelle collezioni dello State Russian Museum di San Pietroburgo è distorta dai riflessi continui dei visitatori sui vetri, figure che entrano nella visione dell'opera alterandone la fruizione.

Una miriade di piccoli oggetti, rinvenuti in una vecchia cassetta degli attrezzi, sono i "protagonisti" del video Past Particles di Sofia Hultén (Stoccolma, 1972), le cui immagini si susseguono come in una sorta di assurdo glossario visivo di forme, colori, materiali. Nel ciclo di foto Closed Party, Alexey Kallima (Groznyy, 1969) opera su ritratti di noti vips tedeschi, trasformandoli in grotteschi e stravaganti personaggi che sembrano alienarsi dalla realtà.

In Trilogie der Illusion. Die Maske. Die Täuschung. Die Falle, video di Susanne Kutter (Wernigerode, 1971) del 2010, un ragno, uno scarafaggio e una farfalla vivono ambienti familiari e casalinghi, come fossero i soli interpreti della quotidianità. Nel lavoro di Wolfgang Plöger (Munster, 1971) dei semplici neon sono il supporto su cui sono arrotolate delle pellicole, la cui decodificazione è possibile solo azionando la luce, in un gioco di interpretazioni che non è immediato, al contrario prevede la precisa volontà dell'osservatore. Infine un'installazione site specific è composta da una serie di pellicole da 16 mm, su cui è riportata una grafia tremolante e insicura, che attraverso dei proiettori si estende nello spazio, ma, continuando a scorrere in modo perpetuo, rimane indecifrabile.

"Attraverso le vie di una 'scena' polifonica del reale e del vissuto, quanto dell'utopico e del sognato […] si varcherebbero le prospettive di un 'metabolismo intellettivo' alternativo, che, a detta di Adorno, potrebbe incanalare nel suo processo il lavoro, la coscienza e il linguaggio. Proprio nell'avvento del global network e dell'iperrealtà (Baudrillard), l'arte continua a dare un pensiero, a convocarlo e provocarlo." (Giacomo Zaza)