galleria tiziana di caro
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comunicato stampa


La galleria Tiziana Di Caro ha il piacere di inaugurare ... Wondering Where the ducks Went ..., una mostra collettiva a cura di Simona Brunetti, con opere di Zoulikha Bouabdellah, Katja Loher, Damir O?ko, Luisa Rabbia, Pierfrancesco Solimene, Rosario Vicidomini, sabato 23 maggio 2009 dalle ore 19.00 alle ore 22.00.

Il riferimento letterario al romanzo Catcher in the rye (Il giovane Holden) di J. D. Salinger è il pretesto su cui è costruito questo progetto che prevede l'intervento di 6 artisti, di diversa nazionalità e cultura, i cui lavori danno voce agli interrogativi, le inquietudini, le urgenze di una generazione abituata a confrontarsi col cambiamento.

Attraverso differenti mezzi espressivi, che spaziano dal video al disegno, dalla scultura all’installazione, i loro lavori impongono una riflessione più ampia sulla responsabilità dell’arte rispetto ad un presente che affronta le molteplici sfide della globalizzazione. I temi evocati sono eterogenei. Katja Loher apre la mostra con una video scultura che pone un serie di interrogativi sui destini ambientali del pianeta.

Attraverso un’installazione di ricami d’oro su velluto nero, Zoulikha Bouabdellah invita a riflettere sulla necessità di abbattere i muri di silenzio e di indifferenza spesso elevati attorno ai grandi conflitti che affliggono l’umanità. Pierfrancesco Solimene riproduce artigianalmente oggetti di forma arcaica, sculture che evidenziano i possibili legami tra la specificità di una tradizione culturale e un’arte che tenda il più possibile all’idea.

Nei trentadue disegni di Rosario Vicidomini l'architettura omologata di certe periferie, è soppiantata dalla varietà di costruzioni di un'architettura “altra”, quella delle cucce per cani. Nel disegno di Luisa Rabbia un corpo nascosto da enigmatiche trame, suggerisce un mistero che giunge improvviso a gettare scompiglio nelle modalità di percezione del quotidiano. La mostra si conclude con una videoproiezione di Damir O?ko, malinconico viaggio all’interno di un luogo abbandonato dal tempo e dagli uomini, il monumentale University Hospital costruito in Croazia negli anni ’80, restituendolo alla storia e all’identità collettiva di un popolo.

Come il protagonista del romanzo di Salinger, simbolo dell’inquietudine della giovinezza, l'interrogarsi degli artisti non ha l’obiettivo di fornire delle risposte, bensì quello di farsi portavoce di un’arte consapevole in cui le domande, costituiscano altrettante occasioni di decodifica del presente, di crescita individuale e collettiva.
Simona Brunetti