galleria tiziana di caro
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comunicato stampa


La galleria Tiziana Di Caro ospita la terza mostra personale nei suoi spazi (Within, rather than above nel 2015 e Personne nel 2019) di Maria Adele Del Vecchio intitolata Sentinella, a che punto è la notte?, che inaugura sabato 18 febbraio 2023 alle ore 19:00
 
La mostra include opere realizzate tra il 2021 e il 2023 e insiste su alcuni dei temi da sempre al centro della ricerca dell'artista primo fra tutti il femminismo mutuato attraverso il linguaggio poetico ed esistenziale.
 
Sentinella, a che punto è la notte? è una frase che diverse volte è stata presa in prestito nel corso dei secoli, ma compare per la prima volta nella Bibbia, tra le pagine attribuite al profeta Isaia. Tante sono le interpretazioni che vengono date a questa bellissima proposizione che lascia attoniti rispetto al suo senso più profondo e forse proprio per questo ha dato motivo a molti di farla propria. La riflessione che muove Maria Adele Del Vecchio è proprio il sentimento legato alla “notte”. Ma come si fa a raccontare, a interpretare la notte? Come si fa a definirla? La notte può essere tante cose, un concetto infinito e al contempo incerto, un complesso di significati, sentimenti e immagini.
Troppo lunga è la notte, senza tempo, infinita come scriveva Peppino Impastato. Per Maria Adele Del Vecchio la notte è foriera di cambiamento, e al contempo è anche un momento sospeso e di stallo. Viviamo l'ennesimo passaggio epocale e finalmente è diventato più chiaro quello che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo, ma naturalmente non sappiamo cosa sarà il futuro e non possiamo che immaginarlo. Ed è proprio l'immaginazione che trova il suo conforto nella notte e che determina la domanda che dà il titolo alla mostra e all'omonima installazione: in quel lungo momento in cui possiamo osservare il cosmo, determinando suggestioni ancora una volta di “natura confessionale” come sempre più spesso sta accadendo nella pratica di Del Vecchio.
Lo svelamento di una certa intimità, di un lessico familiare, di quella nostalgia che inizia ad assalire chiunque da un certo punto in poi nella vita, quando iniziamo a perdere il passato trascinandoci nel timore per il futuro; tutto questo è presente in una serie di fotografie intitolata Untitled (Nosferatu) in cui ombra e luce fanno da sfondo a degli oggetti: ninnoli, piccole statue di porcellana o ferro, tazzine, posate e libri, raccolti e custoditi per anni eppure esposti per un tempo determinato, quello di una vita. Attraverso questi oggetti l'artista ritrova e racconta sua madre e suo padre. Queste immagini rappresentano un modo di sistemare la casa, forse oramai superato, ma che appartenendo a molte famiglie rimane chiaramente riconoscibile. Maria Adele Del Vecchio dedica questo momento alla creatività dell'ambiente domestico, facendo sì che un piccolo spazio diventi grande universo attraverso cui pensare, immaginare, sognare. Gli oggetti rappresentati nelle foto sono come sentinelle che attraversano il tempo e lo definiscono nella zona del ricordo e della nostalgia.
In mostra vi è poi un collage su specchio in cui l'immagine di un paesaggio si insinua di fronte allo spettatore incastrandosi sulla superficie dal retro precedentemente grattato. Il paesaggio è colto in un momento sospeso in cui la luce del giorno o quella della notte si confondono lasciandoci in uno scenario intermedio ed esitante.
 
“Succede cosi che questa domanda biblica ha il valore, a mio avviso, di garantirsi la sopravvivenza, di confermare l’esistenza dei cicli naturali, affermando la vastità fertile della notte, amica delle stelle”. [Maria Adele Del Vecchio]
 
 
Maria Adele Del Vecchio (Caserta, IT, 1976) è un'artista visiva, storyteller, curatrice, attivista. Si forma in una famiglia di artisti, e rivela sin da adolescente un grande interesse per il cinema, per la letteratura e per la poesia che avranno grande influenza sulla sua ricerca.
La pratica artistica di Maria Adele del Vecchio, include l'utilizzo di diversi media, fra cui, installazione, scultura, fotografia, video e scrittura.
Il lavoro si caratterizza per una produzione composita: i temi che tratta vanno dalla politica alla letteratura, dalla storia alla filosofia. Questa eterogeneità è, allo stesso tempo, contraddetta da un eterno ritorno dei motivi e dei concetti che, pur ripresentandosi di volta in volta sotto forma di frammenti diversificati, creano un discorso infine unitario.